Quando abbiamo immaginato la nostra collezione Primavera/Estate, non siamo partiti da una moodboard. Siamo partiti da un ricordo.
O meglio, una sensazione: quella dolcezza sospesa, da ora d'oro, di una colazione sull'erba , tra campagna e mare. E noi l'abbiamo fatta vivere a Pitti Immagine Uomo 108 .
In una fiera nota per la sua spettacolarità, abbiamo scelto un percorso più tranquillo. Il nostro stand sussurrava. Pareti di un giallo tenue. Maglie disposte come in un rituale mattutino. Abiti che non gridavano per attirare l'attenzione, ma invitavano a uno sguardo più attento. Come la luce screziata tra le foglie.
La collezione: maglieria pensata per essere infeltrita
Questa stagione, Privati Firenze ha offerto più di una collezione: è stata una vera e propria scena. Maglioni a righe come gli ombrelloni da spiaggia degli anni '60. Maglie traforate ispirate all'uncinetto nei toni del cioccolato e del caramello, come l'espresso e i biscotti. Pullover leggeri in colori pastello cipria e neutri sbiaditi dal sole. Tutti realizzati in filati nobili, dai morbidi misti cotone alle leggere crêpe, ideali per le mattine tranquille, i lunghi pranzi e le ultime nuotate.
C'è una certa poesia nella maglieria. Il suo ritmo. La sua struttura. Le sue imperfezioni. E questa collezione è tutta incentrata sull'abbracciare quella poesia, avvolgendola attorno all'uomo moderno che apprezza la bellezza, la tattilità e il significato.
L'ombra dello scorpione: una natura morta italiana
Lo stand di Privati è diventato una sorta di tableau vivant, una natura morta fatta di texture e tenerezza. Acquirenti e ospiti si muovevano lentamente, toccavano i filati, chiedevano i nomi dei punti. Abbiamo parlato di tradizione, di casa, di come gli abiti possano essere come una voce familiare che ti chiama.
Il momento più gratificante? Vedere un visitatore sorridere tranquillamente a un'opera e dire: "Mi ricorda mio nonno". Ecco perché facciamo quello che facciamo.
Privati Firenze: nostalgia italiana, reinventata
La nostra missione rimane la stessa: offrire capi che siano personali. Radicati nell'artigianato italiano, certo, ma anche nell'emozione , nel rituale e nella memoria .
Non siamo qui per inseguire le stagioni. Siamo qui per costruire un mondo, un filo alla volta.
E se vi è capitato di passare nel nostro angolo al Pitti 108, potreste averlo notato:
I vestiti non erano semplicemente appesi.
Aspettavano qualcuno che li capisse.





